Lupo Nero
2010-10-10 19:32:08 UTC
Tutti i media, i commentatori, gli opinionisti stanno discutendo sulle
perquisizioni alla redazione de Il Giornale e nella casa di Sallusti da
parte delle forze dell'ordine, perquisizioni motivate dalla presenza di
presunti reati nei confronti di terze persone da parte dei giornalisti, tra
cui il ricatto. Infatti la perquisizione è avvenuta con regolare mandato di
perquisizione disposto dalla magistratura di Napoli grazie alle
intercettazioni.
Fiumi di parole, fiato e aria per commentare un ovvietà. Quando si commette
un reato si va incontro alle perquisizione. Se l'aria che esce dalle bocche
dei commentatori e opinionisti fosse pagata a peso d'oro, questi sarebbero
miliardari. In realtà si tratta solo di aria, per giunta fritta, e ci si
riduce a parlare del niente.
Pericolo per la democrazia? Per il giornalismo? Ma ci faccino il piacere. La
Costituzione, memore del 20ennio fascista, garantisce alla stampa ampia
libertà, neui limiti e nel rispetto della legge ovviamente. Il gironalismo e
la stampa sono garantiti costituzionalmente proprio per impedire che ciò che
il fascismo ha fatto nel passato. Ma se un giornale ricatta o minaccia
"botte" ad una persona se non fa quello che dice, questo non è giornalismo,
ma ricatto, e quindi la perquisizione ci stà tutta.
E' inutile che le cassandre e gli sfiatatoi del regime urlino il loro vuoto:
la magistratura ha l'obbligo di accertarsi se il giornalista non abbia
commesso un eventuale reato, per la precisione un ricatto, invece di
svolgere il suo lavoro, che è quello di informare. Se si conoscono eventuali
magagne della Mercegaglia, è obbligo morale, etico e deontologico di un
bravo giornalista indagare e pubblicarle: non minacciare il diretto
interessato e usare il dossier come clava per "rimettere" in riga il
malcapitato e farlo rientrare nel coro di lodi al piazzista di Arcore.
Quello che i commentatori, gli opinionisti, i propagandisti e gli sfiatatoi,
un manipolo di gente che parla su tutti i canali di tutto senza capire un
cazzo di quello di cui stanno parlando, si dimenticano di dire, aiutati
ormai dai telegiornali di regime, è un fatto ben più grave, un caso in cui
veramente la Costituzione è stata sospesa.
Domenica 3 ottobre, durante la visita pastorale a Palermo del papa, la
digos, senza aver nessun mandato di perquisizione, è entrata in una libreria
e ha rimosso con la forza libri, locandine e altri oggetti in esposizione.
La motivazione? Potevano urtare la sensibilità del papa.
La digos, violando non solo la libertà di pensiero, ma lo stesso domicilio
privato, è entrata nella libreria dove ha rimosso uno striscione in cui
c'era scritto "I Love Milingo". La digos ha sequestrato e rimosso altro
materiale, senza un regolare mandato, calpestando ogmni più elementare
diritto del cittadino.
Non solo, ma la stessa digos ha rimosso uno striscione, stavolta per strada,
che riportava la seguente frase del vangelo di Marco: "La mia casa è casa di
preghiera, ma voi l'avete trasformata in una spelonca di ladri", lasciando
invece in bella mostra numerosi striscioni e slogan omofobici.
A parte che vorrei capire come il papa possa sentirsi offeso da una frase
del vangelo, dello stesso vangelo a cui dice di fare riferimento, ma questo
mi sembra un fatto ben più grave e molto più sinistro della perquisizione ad
un giornale, fatta con regolare mandato di perquisizione, per accertare se
non sia stato commesso un reato in seguita alla segnalazione del diretto
interessato.
Evidentemente per la "libera stampa" è molto più grave una perquisizione
dietro regolare mandato ad un giornale "prezzolato" che tutto fa fuorchè il
sacrosanto mestiere del giornalismo, che il sequestro di materiale legale,
la violazione del domicilio e della proprietà privata, nonchè della libertà
di pensiero ed espressione, fatta dalla digos senza regolare mandato in nome
della sensibilità di un uomo che manco è cittadino italiano.
Il video che mostra i fatti:
"Viviamo ancora in uno stato democratico?"
Molti si pongono questa domanda, la risposta dalle cassandre e dagli
sfiatatoi non arriverà mai. Se arriverà sarà, come sempre, solo fumo negli
occhi per confonderci.
perquisizioni alla redazione de Il Giornale e nella casa di Sallusti da
parte delle forze dell'ordine, perquisizioni motivate dalla presenza di
presunti reati nei confronti di terze persone da parte dei giornalisti, tra
cui il ricatto. Infatti la perquisizione è avvenuta con regolare mandato di
perquisizione disposto dalla magistratura di Napoli grazie alle
intercettazioni.
Fiumi di parole, fiato e aria per commentare un ovvietà. Quando si commette
un reato si va incontro alle perquisizione. Se l'aria che esce dalle bocche
dei commentatori e opinionisti fosse pagata a peso d'oro, questi sarebbero
miliardari. In realtà si tratta solo di aria, per giunta fritta, e ci si
riduce a parlare del niente.
Pericolo per la democrazia? Per il giornalismo? Ma ci faccino il piacere. La
Costituzione, memore del 20ennio fascista, garantisce alla stampa ampia
libertà, neui limiti e nel rispetto della legge ovviamente. Il gironalismo e
la stampa sono garantiti costituzionalmente proprio per impedire che ciò che
il fascismo ha fatto nel passato. Ma se un giornale ricatta o minaccia
"botte" ad una persona se non fa quello che dice, questo non è giornalismo,
ma ricatto, e quindi la perquisizione ci stà tutta.
E' inutile che le cassandre e gli sfiatatoi del regime urlino il loro vuoto:
la magistratura ha l'obbligo di accertarsi se il giornalista non abbia
commesso un eventuale reato, per la precisione un ricatto, invece di
svolgere il suo lavoro, che è quello di informare. Se si conoscono eventuali
magagne della Mercegaglia, è obbligo morale, etico e deontologico di un
bravo giornalista indagare e pubblicarle: non minacciare il diretto
interessato e usare il dossier come clava per "rimettere" in riga il
malcapitato e farlo rientrare nel coro di lodi al piazzista di Arcore.
Quello che i commentatori, gli opinionisti, i propagandisti e gli sfiatatoi,
un manipolo di gente che parla su tutti i canali di tutto senza capire un
cazzo di quello di cui stanno parlando, si dimenticano di dire, aiutati
ormai dai telegiornali di regime, è un fatto ben più grave, un caso in cui
veramente la Costituzione è stata sospesa.
Domenica 3 ottobre, durante la visita pastorale a Palermo del papa, la
digos, senza aver nessun mandato di perquisizione, è entrata in una libreria
e ha rimosso con la forza libri, locandine e altri oggetti in esposizione.
La motivazione? Potevano urtare la sensibilità del papa.
La digos, violando non solo la libertà di pensiero, ma lo stesso domicilio
privato, è entrata nella libreria dove ha rimosso uno striscione in cui
c'era scritto "I Love Milingo". La digos ha sequestrato e rimosso altro
materiale, senza un regolare mandato, calpestando ogmni più elementare
diritto del cittadino.
Non solo, ma la stessa digos ha rimosso uno striscione, stavolta per strada,
che riportava la seguente frase del vangelo di Marco: "La mia casa è casa di
preghiera, ma voi l'avete trasformata in una spelonca di ladri", lasciando
invece in bella mostra numerosi striscioni e slogan omofobici.
A parte che vorrei capire come il papa possa sentirsi offeso da una frase
del vangelo, dello stesso vangelo a cui dice di fare riferimento, ma questo
mi sembra un fatto ben più grave e molto più sinistro della perquisizione ad
un giornale, fatta con regolare mandato di perquisizione, per accertare se
non sia stato commesso un reato in seguita alla segnalazione del diretto
interessato.
Evidentemente per la "libera stampa" è molto più grave una perquisizione
dietro regolare mandato ad un giornale "prezzolato" che tutto fa fuorchè il
sacrosanto mestiere del giornalismo, che il sequestro di materiale legale,
la violazione del domicilio e della proprietà privata, nonchè della libertà
di pensiero ed espressione, fatta dalla digos senza regolare mandato in nome
della sensibilità di un uomo che manco è cittadino italiano.
Il video che mostra i fatti:
"Viviamo ancora in uno stato democratico?"
Molti si pongono questa domanda, la risposta dalle cassandre e dagli
sfiatatoi non arriverà mai. Se arriverà sarà, come sempre, solo fumo negli
occhi per confonderci.